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arte e infrarosso

RIPRESE PROFESSIONALI MULTISPETTRALI E A COLORI REALI NELL'AMBITO DELL'ARTE.

A cura di Claudio Schincariol.

Senza per forza iniziare dall'infrarosso, lo troveremo più avanti, vorremmo darvi alcune noziani riguardanti le necessità di riprese professionali nell'ambito dell'arte.
Il tipo di fotografia più utile agli operatori del settore artistico è la fotografia denominata “A COLORI REALI” necessaria a verificare il lavoro di restauro, a divulgare il risultato dello stesso o catalogare materiale prezioso. Spesso questo tipo di ripresa viene descritta come semplice ma, in realtà, è tutt'altro che tale e richiede competenze tecniche, attrezzature specifiche, soprattutto per la fotografia di catalogazione museale e divulgazione della stessa.
Non ultimo: una ripresa professionale digitale di alta qualità consente la conservazione “potenzialmente per sempre” dell'opera d'arte appena restaurata, fermo restando che l'opera vera e propria è sempre di tutt'altro valore ed impatto emotivo, purtroppo è soggetta al degrado fisiologico indotto del passare del tempo.
L'apparecchio impiegato con qualità e versatilità richieste è la SD1 Merril di casa Sigma; unica macchina al mondo a montare il sensore ad immagine reale Foveon X3 in grado di produrre in uscita un file fino a 337 mb per singola immagine.
Il Foveon è un sensore a 3 strati fotosensibili sovrapposti, uno per colore rgb, praticamente come la pellicola ed in grado di riprodurre ogni punto immagine a colori compositi senza alcuna interpolazione.
Cosa ovviamente non fattibile con i più diffusi sensori a matrice di Bayer, che sfruttano una matrice di 4 punti (fotositi) per recepire e ricostruire l'informazione colore e risentono, nella ricomposizione dei punti mancanti, della interpolazione secondo dei precisi algoritmi, dando come risultato un'immagine con colori molto meno fedeli ed una nitidezza decisamente inferiore (nel Bayer l'informazione reale che il sensore cattura è mediamente del 30 percento, il rimanente 70 percento viene generato dal software).
Nell'esempio illustrato di seguito, la riproduzione di un antico manoscritto, la scelta dell'obiettivo di ripresa, trattandosi di un oggetto relativamente piccolo, è caduta su un Sigma 105 macro, obiettivo ottimizzato per riprese ravvicinate ed una notevole chiusura del diaframma onde catturare tutta l'immagine perfettamente a fuoco e con buona nitidezza della stessa.
La sensibilità è stata impostata a 100 iso, sensibilità nominale del sensore. Il formato di salvataggio raw X3f, ha permesso di salvare nel file tutta l'informazione visibile con la massima qualità ed è stato successivamente sviluppato con software proprietario, convertito in formato tiff a 16 bit con profilo colore Adobe RGB (1998) per renderlo visibile e fruibile ad altri.

Nella foto, durante la ripresa, è stato inserito un “color control patches” che oltre a fornire informazioni sul colore e densità dell'immagine stessa, offre informazioni dimensionali dell'oggetto ripreso. Il manoscritto è stato appoggiato su un foglio di carta cotone (tipo carta assorbente) per salvaguardare al massimo l'oggetto e garantire una riflessione abbastanza bassa del bianco, trattandosi di una carta parecchio porosa che cattura parte della luce nei pori stessi. Ciò risparmia qualche punto di flare all'interno dell'ottica risultando per niente sovraesposta nella parte bianca di fondo. Risparmia inoltre quelle riflessioni provocate sul sensore, generate dalle microlenti dei singoli fotositi che rifrangono la luce una sull'altra in caso di sovraesposizione.
Il sistema di illuminazione adottato per questa ripresa, un paio di flash da studio da 800w, senza alcuna parabola, generanti in questa configurazione una luce puntiforme, molto adatta a scavare e risolvere il particolare più minuto. L'esposizione ovviamente è stata bilanciata e misurata in modo da rimanere entro un range di differenza di esposizione, su tutta l'area ripresa, non superiore al mezzo diaframma. L'angolazione abbastanza elevata della luce stessa è stata lasciata volutamente generante qualche leggero riflesso, onde evidenziare la natura del pergamino utilizzato per il manoscritto. Potendo oscurare l'ambiente di ripresa, si sarebbero utilizzate delle lampade led, di alta qualità, con indice di riflessione del colore CRI di 95 o superiore, temperatura cromatica di 5500 gradi kelvin. Con riflettore dicroico che in pratica genera lo stesso tipo di luce puntiforme dei flash descritti sopra, con l'impagabile vantaggio di poter osservare meglio i particolari di riflessione.

Tornando al perché della scelta di questo sensore, vogliamo farvi “toccare con mano” la differenza di qualità e la quantità di informazioni. Apparentemente non così grande ma, che diventa enorme nel caso in cui vi sia la necessità di ingrandire molto oltre la dimensione reale di ripresa per la stampa, o per visionare particolari minuti alla ricerca di ...

E' comunque visibile chiaramente la maggiore nitidezza del sensore Foveon, la fedeltà, la saturazione del colore e la quantità di informazioni che , come dicevamo, possono essere vitali per ingrandimenti spinti o che richiedono qualità elevata. Nell'immagine ottenuta con il sensore a matrice di Bayer, la “spalmatura” delle informazioni causata dall'interpolazione, restituisce un file molto più vuoto di dettaglio, più piatto e la saturazione del colore è molto diversa, meno fedele.

Altra tipologia di ripresa, dedicata al mondo dell'arte, è la cosiddetta “RIFLETTOGRAFIA IR” che viene utilizzate come strumento di indagine, non distruttiva, principalmente su dipinti e carteggi, alla ricerca di correzioni, cancellazioni o ripensamenti dell'artista.
Diventano spesso “prove” dell'intervento della mano dell'artista “maestro di bottega”, aumentando notevolmente il valore dell'opera stessa o alimentando “leggende” sulla loro creazione.
Dal punto di vista tecnico la Sigma Sd1 Merril è sicuramente la più adatta a questa ripresa. Il sensore, che si compone di uno strato completamente sensibile al rosso, il filtro “passa banda”, sito appena all'interno del bocchettone portaottica e facilmente rimovibile, ne garantisce un risultato inarrivabile per qualsiasi altro apparecchio.
Le lunghezze d'onda rilevate testate in ripresa vanno dai 720 ai 1300 nanometri, quindi più che sufficienti a rilevare un buon numero di materiali impiegati nella traccia del dipinto o carteggio.
I filtri impiegati, IR pass, diventano molto più efficaci se coadiuvati da un'appropriata sorgente luminosa. Per semplicità: se montiamo sull'ottica un filtro da 950 nm, l'illuminazione sarà costituita da faretti con led della stessa lunghezza d'onda, ciò permette di ottenere riprese senza interferenze, la riduzione del fenomeno di scattering e con il massimo di nitidezza consentendo l'osservazione dei particolari più minuti. Bisogna altresì pensare che il file reso dal sensore impiegato per i 15 milioni di fotositi rossi, è di gran lunga superiore a qualsiasi sistema a tubo vidicon, privo delle controindicazioni dello stesso ed in grado di arrivare quasi alla stessa lunghezza d'onda superiore.
Per ciò che riguarda il sistema di “illuminazione”, la proliferazione di sistemi di videosorveglianza ir, ha messo sul mercato una varietà di proiettori a diodi led generanti lunghezze d'onda anche oltre i 1000 nanometri e, con i fotodiodi emettitori InGaAs, per utilizzi molto specialistici anche oltre 1,7 micrometri, con discrete potenze.
Nella scelta degli obiettivi, necessariamente obbligata da esigenze di spazio per la lunghezza focale, ci siamo rivolti ad elementi datati e non proprio di alta qualità, con trattamenti multistrato meno efficaci di quelli attuali, la pellicola non risentiva delle radiazioni infrarosse. Sovente queste ottiche sono costruite anche con lenti in materiale plastico, elemento prezioso sia per la trasmissione dell'infrarosso e, ancor di più per la trasmissione dell'ultravioletto senza ricorrere a costosissimi obiettivi tipo i Coastal Optics o altri. In verità bisogna dire che gli obiettivi specialistici hanno una resa superiore e, se necessario sovrapporre immagini ir ed uv, non richiedono correzioni della focheggiatura durante la ripresa garantendo quindi la stabilità dimensionale dell'immagine.

Ovviamente la ripresa vera e propria viene effettuata in totale oscurità, con l'apparecchio direttamente collegato al computer, dopo preventiva focheggiatura, correzione della stessa e rilevazione dell'esposizione determinata in maniera visiva e con il controllo dei livelli in uscita.
Normalmente in queste tipologie di indagini, viene eseguita anche una fotografia a colori reali con obiettivo di alta qualità, adatta all'opportuno confronto ad alta risoluzione direttamente sullo schermo del computer.
Da notare nella foto di sinistra, la filtratura perfettamente ottenuta per il solo infrarosso, essendo la stessa composta solo di rosso e nero, senza alcuna interferenza di altro colore.
Visibile nell'immagine ottimizzata ir, sono le tracce del ripensamento indicate dalle frecce rosse .
Da notare nella foto di sinistra, la filtratura perfettamente ottenuta per il solo infrarosso, essendo la stessa composta solo di rosso e nero, senza alcuna interferenza di altro colore.


Altra specifica ripresa, la FLUORESCENZA UV, è una tipologia di indagine non distruttiva che fornisce indicazioni riguardanti il solo strato superficiale dell’opera esaminata.
Materiali diversi, apparentemente uguali per colore e trasparenza in luce visibile, presentano una differente composizione chimica: rispondono quindi diversamente se sottoposti ad una fonte di irraggiamento, come quella UV.
Ciò che può influenzare la risposta, è la natura del componente legante impiegato ed il grado di invecchiamento raggiunto. I materiali più antichi, maggiormente polimerizzati, presentano una risposta agli UV più intensa se paragonati a quelli di recente applicazione (che appaiono scuri) determinando una cronologia relativa alle stesure di colore all’interno dell’opera.
L’indagine viene effettuata irradiando l’opera con raggi UV, mediante lampade uv a 365 nm o con lampade di Wood, ovviamente in un ambiente totalmente oscurato.
Per la visione di questo tipo di immagine, può essere richiesta la rimozione di qualsiasi filtro passabanda dall'apparecchio di ripresa (non in questa dimostrativa), permettendo così l'osservazione di particolari e differenze frequenziali minime.
Nell'immagine in esame, un Gesù Bambino, scultura in gesso policromo della prima metà del XX secolo.
Nell'accostamento dell'immagine a colori reali con quella in fluorescenza UV, sono nettamente distinguibili i vari restauri subiti nel tempo ed evidenziati dalla “luce” ultravioletta.

Particolarmente evidente, la probabile rottura appena sopra al piede sinistro, comunque ben ricostruita e non visibile ad occhio nudo in luce diurna. Evidenti sono anche i ritocchi in prossimità dell'inserzione delle braccia sull'insieme tronco, testa e gambe.
In questa ripresa l'obiettivo usato, costituito da varie lenti in materiale plastico, ha consentito, assieme al tipo di illuminazione impiegata, una buona cattura dei particolari di fluorescenza. Come accennato più sopra, non è stato necessario rimuovere il filtro passabanda dall'apparecchio fotografico, in quanto l'illuminazione uv a 365 nm è vicina allo spettro visibile che inizia a 400 nm, è stato perciò sufficiente sfruttare la tolleranza della filtratura dello spettro catturabile.
La riflettografia uv, viene spesso impiegata nell'analisi di carta e documenti dove consente il riconoscimento di taluni pigmenti, evidenzia i particolari della superficie come la ruvidità e le macchie.

Per le varie tipologie di ripresa, vengono impiegati diversi tipi di illuminazione, con diodi led: più adatta alla riflettografia uv, trattandosi di “luce” più direzionale, quindi più adatta alla riflessione; neon: più adatta alle fluorescenze indotte. Necessaria in alcuni casi la filtratura selettiva con filtro uv 360 in cattura, ove è necessaria la rimozione del filtro passabanda, anteposto al sensore dell'apparecchio di ripresa.

 
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